Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Dal “Cardano” all’Inghilterra: imparare “lavorando”

AUTORI
Gabriele Volpini e Andrea Zanacco 5^AI
Ultima modifica: 2 anni fa

Tempo di Lettura
~ 5 minuti
Valutazioni: 6
| Media: 3.2

Dall’anno 2015, con l’entrata in vigore della legge 107, è stata istituita l’Alternanza scuola lavoro, attività che ha lo scopo di far entrare gli studenti nel mondo del lavoro attraverso un’esperienza di diversa durata svolta in prima persona all’interno di contesti lavorativi. Nel caso di studenti di un istituto tecnico, di solito, la preferenza ricade su aziende che trattano ciò che gli studenti stanno imparando tra i banchi di scuola. La scelta del luogo di lavoro viene effettuata da un tutor scolastico, molto spesso un professore, che invia richieste a diverse aziende, le quali accettano o rifiutano di accogliere gli studenti per dare loro dei compiti da svolgere all’interno delle loro attività.

La nostra esperienza personale, grazie allo stage Work Shadow / PYL , per quanto riguarda l’alternanza scuola lavoro, è alquanto diversa da quelle svolte dai nostri compagni: infatti abbiamo trascorso una settimana, dal 13 al 20 settembre, in Inghilterra più precisamente a Petersfield nello Hampshire. L’attività svolta era strutturata nel seguente modo.

La mattina (dalle ore 9:00 alle 12:30) frequentavamo lezioni sotto il controllo di professori inglesi, con i quali abbiamo approfondito ampiamente argomenti riguardanti il mondo del lavoro e le nostre future scelte professionali, ma abbiamo anche discusso sui tratti di personalità che devono caratterizzare un ottimo lavoratore. L’attività si è conclusa con la compilazione del nostro curriculum vitae. Inoltre, terminate le lezioni, dopo una piccola pausa, ogni studente doveva recarsi sul luogo di lavoro a cui era stato assegnato.

La testimonianza di Andrea

Nel mio caso ho lavorato in un ristorante chiamato “Annie Jones”, situato in Petersfield, che potevo raggiungere tranquillamente a piedi. L’orario di lavoro era dalle ore 13:30 alle ore 15:30.

Avendo già avuto un’esperienza simile l’anno scorso in un ristorante a Winchester, non ero particolarmente preoccupato. Ovviamente i compiti che mi venivano assegnati erano elementari, come ad esempio pulire le posate oppure apparecchiare i tavoli. Nonostante questo, però, l’attività risultava comunque interessante, perché mi trovavo sempre a contatto con i clienti e ciò mi ha permesso di migliorare la conoscenza dell’inglese.

Inoltre ho imparato molte parole utilizzate nel linguaggio tecnico del mondo della ristorazione. Purtroppo non posso negare che questa attività non mi risulterà particolarmente utile per quanto riguarda la mia futura professione: infatti non era inerente al mondo informatico. Tuttavia sono certo che mi ha aiutato a migliorare molto il modo di comportarmi sul lavoro e le mie capacità espressive in lingua inglese.

Dopo le due ore di lavoro, la giornata terminava in compagnia della famiglia ospitante. Inoltre, durante la settimana di permanenza, abbiamo visitato le città di Chichester, Brighton e Oxford.

Personalmente valuto questa esperienza estremamente positiva, non solo perché migliora notevolmente il livello di conoscenza della lingua, ma soprattutto perché aiuta a diventare responsabili e dà un’idea di un tipo di esperienza che non mi sento di escludere dal mio futuro, cioè il lavoro all’estero. Tale esperienza simula, a parer mio, perfettamente lo stile di vita di un ragazzo che decide di continuare gli studi e poi di trasferirsi all’estero per lavorare. Ovviamente tutto ciò richiede una buona conoscenza della lingua e comunque un certo tipo di carattere: bisogna essere amanti dei viaggi e capaci di adattarsi. Dopo questi due anni di esperienza all’estero sono totalmente convinto che si tratti di un’ottimo banco di prova.

La testimonianza di Gabriele

Il mio tutor si chiamava Mahmood ed era una persona molto a modo: infatti il suo obiettivo principale era quello di far stare a proprio agio ogni cliente che si rivolgeva a lui.

Il mio “turno lavorativo” iniziava alle 14:00, dopo la scuola; il mio compito era quello di tenere il negozio pulito mentre Mahmood tagliava i capelli; inoltre, dovevo preparare e offrire un thé o un caffé ai clienti in attesa.

Lo scopo di questa attivitá era quello di migliorare il mio inglese soprattutto nella conversazione diretta con persone madrelingua e di confrontare il modo di lavorare in Inghilterra e in Italia.

Il negozio in cui mi sono trovato a lavorare era nel centro di Petersfield, una cittadina dello Hampshire, in una zona abbastanza trafficata. Il negozio era piuttosto grande ed aveva tre diverse postazioni in cui venivano tagliati I capelli; secondo il mio parere l’ambiente era adeguato e corrispondeva alle esigenze dei clienti. Era sempre molto frequentato e quindi non si poteva perdere tempo. Tuttavia Mahmood svolgeva il suo lavoro con efficienza; nel giro di mezz’ora riusciva a soddisfare tre clienti e, pur non avendo un’agenda di appuntamenti, riduceva al minimo i tempi di attesa.

Mi ha colpito in modo molto positivo l’educazione e la cortesia con cui trattava tutti e la disponibilitá con cui cercava di accontentare le varie esigenze delle persone. Un appunto che, invece, potrei fare riguarda proprio lo stato di disordine del locale che trovavo puntualmente sporco ogni pomeriggio, quando arrivavo. Probabilmente Mahmood attendeva proprio il mio arrivo per essere aiutato.

Appena giunto in negozio, mi munivo degli strumenti necessari per la pulizia del pavimento e raccoglievo I capelli che si erano accumulati durante Il giorno, spolveravo e tenevo in ordine le mensole in cui il titolare appoggiava gli oggetti. A metá pomeriggio preparavo un caffé che Mahmood apprezzava molto e ci teneva che lo offrissi anche ai suoi clienti.

Durante i momenti di pausa, Mahmood assumeva il ruolo di insegnante, interrogandomi sui nomi in inglese di tutti gli oggetti che si trovavano in negozio. Devo ammettere di essermi trovato in difficoltá in quanto erano nomi talmente specifici che facevo fatica a ricordarli anche se me li chiedeva un giorno con l’altro. Una ulteriore difficoltá che ho dovuto superare consisteva nell’interpretare le sue richieste; visto che non era inglese di nascita, il suo modo di esprimersi non era sempre di facile comprensione. Mi risultava piú semplice dialogare con i clienti.

Valuto questa esperienza molto positiva per vari aspetti: innanzituto ho avuto modo di migliorare e di arricchire la mia capacitá di esprimermi in inglese, cosa che in Italia non avrei avuto la possibilitá di fare. Frequentare quotidianamente lo stesso ambiente lavorativo mi ha costretto a impegnarmi non solo a imparare la lingua, ma anche a portare a termine il lavoro che mi era richiesto. Sono molto soddisatto del rapporto instaurato con Moahmood che si é sempre dimostrato una persona gentile, affabile e disponibile, mettendomi a mio agio e aiutandomi nei momenti di difficoltá.

L’ultimo giorno Mahmood mi ha salutato affettuosamente e mi ha anche rilasciato un attestato in cui dichiara che ho lavorato presso di lui: nonostante ció non credo che il barbiere sia il lavoro che fa per me. Preferisco l’informatica!

La testimonianza della Prof.sa Pezzali

Sottolineo con vero piacere che tutti gli studenti che hanno partecipato allo stage Work Shadow / PYL, sia a Winchester che a Petersfield, si sono comportati in maniera adeguata durante tutta la settimana, dimostrando spirito di adattamento nonché rispetto delle regole a scuola, al lavoro, in famiglia e durante le varie attività proposte. Addirittura, alcune famiglie ospitanti hanno espresso parole di elogio nei confronti degli studenti ospitati, pregandoci di complimentarci con le loro famiglie italiane. Pertanto, io e gli altri docenti coinvolti, riteniamo che sia stata un’esperienza utile, costruttiva e formativa. Un ringraziamento particolare va alla Dirigenza del Cardano che ha creduto nel progetto e l’ha sostenuto; un ulteriore doveroso ringraziamento va all’Agenzia I Viaggi di TELS per l’attenta e competente assistenza sia in loco che dall’Italia.

Gabriele Volpini e Andrea Zanacco 5^AI

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