Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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La dama veneziana e il mostro marino

AUTORI
Roberta Basile  2^DLS
Ultima modifica: 2 anni fa

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La fiaba moderna dei grattacieli di Venezia

Una cristalleria. Una vetrina trasparente, sottile, fragile. Un mondo incantato e bellissimo. Davanti alla porta d’entrata c’è una riproduzione di piazza San Marco a Venezia, completamente in vetro. Nella strada di fronte alla cristalleria passa un camion, ma sbanda e sfonda la vetrina: San Marco finisce a terra in mille pezzi.

Venezia è un’antica principessa, bellissima ma cagionevole, un modellino in vetro di Murano. Ma la gente vede solo il suo splendore, ai problemi ci si penserà dopo: navi gigantesche le passano accanto, a poche centinaia di metri, rischiando di mandare in frantumi il già precario equilibrio di una città presa sotto assedio da milioni di turisti.venezia1basile

La vecchia signora ha il diritto di essere rispettata, vuole ricevere i suoi “ospiti” in maniera dignitosa e mantenere alta l’immagine di un luogo incantato, dove la brezza marina porta pace e magia e non certo chiassosi mostri marini.

Alcuni studi dimostrano che piazza San Marco è inquinata quanto Pechino e qui la colpa non la si può certo dare alle auto, eppure le navi continuano imperterrite la loro rotta.

Bisogna dire che sono stati presi dei provvedimenti e fra tre-quattro anni i mostri marini dovrebbero deviare verso Marghera. Ma, nel frattempo, quante imbarcazioni rischieranno di sfondare le fondamenta medievali di una città che è stata edificata per miracolo! E in ogni caso, un provvedimento contro le grandi navi, rivelatosi poi inutile, lo si era già preso nel 2012; quindi chissà cosa succederà da qui a quattro anni.

Una rotta che incentiva ulteriormente un turismo “mordi e fuggi”, che mostra ai passeggeri la città come se fosse in una palla di vetro: la fonte primaria di entrate della città rischia di diventare la sua rovina; un’orda di barbari alla conquista di Venezia che saccheggiano, distruggono e scappano in pochissimo tempo, attaccando via terra e via mare.

Per non parlare del danno d’immagine: il vero viaggiatore che, innamorato dell’arte e della cultura, cerca di fotografare la città in tutta la sua bellezza e poesia, che ama perdersi tra le sue calli, ritroverà tra i suoi scatti “enormi grattacieli” che solcano la laguna sfiorando i pizzi antichi delle facciate della Giudecca.

C’è quindi da chiedersi se la dubbia perdita di denaro causata da un approdo periferico delle navi causerebbe un reale danno a Venezia, una città che andrebbe vissuta ma anche lasciata vivere.

                                                                                                        Roberta Basile  2^DLS

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