Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Inciampare per ricordare

AUTORI
Lorenzo Tavazzani e Yuri De Santis classe 2^ DLS
Ultima modifica: 2 anni fa

Tempo di Lettura
~ 3 minuti
Valutazioni: 2
| Media: 1.5

Pavia, 24 Gennaio 2019. Per commemorare la Shoah e le atrocità commesse dal Terzo Reichcontro gli ebrei, è stato rappresentato lo spettacolo ”Inciampare per ricordare”.

Nel suggestivo Salone Teresiano della Biblioteca dell’ Università della nostra città, nomi volti storie di donne e uomini deportati sono diventati inconsapevoli simboli di quello sterminio e a loro hanno reso omaggio Lucia Ferrati e Giuliano Del Sorbo: la prima con la potenza delle parole, il secondo con l’emozione della pittura. L’attrice ha letto testimonianze e documenti storici, recitato prose e poesie di Calamandrei, Calvino, Kolmar, Matacotta, Levi e Ungaretti; il pittore ha realizzato dipinti dal vivo per rievocare le presenze dei protagonisti del nostro passato.
Tra le numerose lettere molto toccanti, scritte nei campi di concentramento dai deportati, ha emozionato ricordare quelle di Clotilde Giannini, nata a Tornaco il 24 dicembre 1903. La donna, oramai consapevole del suo destino, scrisse al marito di non sperare in un possibile ritorno a casa e chiedeva di prendersi cura dei figli; ringraziava infine il marito per l’affetto ricevuto. Durante la narrazione, venivano proiettate fotografie della vittima e messaggi di solidarietà di amici e parenti, spesso toccanti.
Un altro argomento trattato durante la serata è stato la posa delle pietre d’inciampo dedicate a Max Herbert e Sigismondo Bick di cui sono state lette delle testimonianze. Erano arrivati a Landriano il 14 settembre 1941, decidendo di trasferirsi nella campagna pavese perché vicina a Milano, luogo dove avevano vissuto dal 1935 al 1938 e di cui avevano conservato un buon ricordo. Max e Sigmund, o Sigismondo, come era stato ribattezzato dalla gente del posto, erano due fratelli ebrei nati a Monaco, ma che arrivarono a Landriano direttamente dal campo di internamento di Ferramonti, a Tarsia, in provincia di Cosenza. Si trovavano lì perché internati un anno prima per ordine del regime fascista e destinati al soggiorno obbligato nella provincia di Pavia, in quanto non considerati «soggetti particolarmente pericolosi». I fratelli erano dei pittori di professione e lavorarono alla chiesa di San Vittore a Landriano. La sera del 30 novembre 1943 sparirono misteriosamente, all’insaputa di tutti. Si è certi che vennero arrestati e messi su un treno diretto al campo di concentramento di Auschwitz e da Auschwitz i fratelli non fecero più ritorno.
In seguito la narratrice ha ricordato un uomo forte e tenace, che non ha mai mollato: il suo nome era Carlo Pietra. Nato a Torre de’ Negri il 3 marzo 1923 , morì il 14 marzo 2010. Egli si battè contro i nazifascisti militando nella Brigata “Paride” sino a che, nel 1944, fu catturato. Liberatosi, egli tornò nel suo paese e divenne partigiano della Brigata Garibaldi, un simbolo della lotta contro il nazifascismo. Il fratello del partigiano ricorda ancora quando, nel 1945, la speranza di rivedere Carlo sembrava oramai svanita. Ma una notte accadde l’impensabile: sentì un rumore provenire dalle scale; si affacciò, lo vide e scoppiò in lacrime con un’emozione indescrivibile. “Per mio padre è stata davvero dura” dice la figlia di Carlo Pietra, Eralda, che racconta di come il padre sia sopravvissuto alla prigionia grazie ad un operaio della Lancia di cui sappiamo ben poco.
Una cosa però è certa: era sicuramente un uomo di cuore.
Lo spettacolo del 24 gennaio si è concluso infine con l’emozionante pittura dal vivo di Giuliano Del Sorbo che, in pochi attimi e con maestria, davanti agli occhi curiosi degli spettatori, ha dato vita a una gruppo di figure umane, vere e proprie personificazioni della sofferenza e del sacrificio. Partendo da un disegno preparatorio, aggiungendo prima il colore e poi sottraendolo con gesto sicuro e vigoroso, ha fatto emergere dalla materia un’opera d’arte.
L’intenso battere delle mani all’unisono di tutti i presenti concludeva uno spettacolo toccante e nello stesso tempo potente, nell’intento di ricordare a gran voce che ciò che è stato non dovrà mai più accadere!

Lorenzo Tavazzani e Yuri De Santis classe 2^ DLS

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