Sta per finire il 2020, un anno che probabilmente rimarrà per sempre impresso nella memoria di tutti noi.
E’ quasi Natale, e sono iniziate da poco le tanto agognate vacanze; ma ognuno nel suo piccolo sa che questa non sarà una festa come le altre. La pandemia continua ad incutere paura, e le restrizioni per questo periodo sono aumentate in prevenzione di ulteriori contagi.
I pochi giorni di semi-libertà, che ci sono stati consentiti, sono serviti per dare un saluto alle persone care ma troppo lontane, per fare le spese di alimenti, vestiti e regali. Sono stati un piccolo dono, uno sprazzo di normalità di cui avevamo bisogno. Ma sono finiti e ci aspetta un Natale rinchiusi nella zona rossa, che si vivrà immersi in uno sfondo di malinconia. Molti non potranno riunirsi alla famiglia e i pochi che avranno questa fortuna saranno però limitati ad un
paio di persone, secondo le regole dell’ultimo DPCM.
Tuttavia, anche se in solitudine, queste feste allontaneranno per qualche giorno i pensieri e le ansie del lavoro, della scuola, e forse anche della malattia.
Dal punto di vista degli studenti questi ultimi mesi di DAD non sono stati semplici e hanno portato molti di noi in una situazione di tensione e stanchezza; la voglia di studiare e la concentrazione diminuivano di giorno in giorno, ma le verifiche e le interrogazioni continuavano ad aumentare, costringendoci a notti insonni per avere almeno una sufficienza. Finalmente le vacanze sono arrivate e abbiamo quindici giorni per staccare la mente e prepararci agli ultimi voti del quadrimestre.
Queste sono riflessioni relative alla dimensione che mi appartiene, di cui posso parlare con sicurezza; ma non metto in dubbio che i professori fossero in difficoltà tanto quanto noi, se non di più, come d’altronde sarà stato per i nostri genitori, e per qualsiasi lavoratore. Tutti hanno dovuto fare dei sacrifici, più o meno grandi!
Con lo scopo di rendere questi giorni migliori, nelle case ogni cosa è stata preparata in modo da dare un senso di normalità, dall’albero addobbato, al presepe con la capanna e i pastori, e le decorazioni appese ovunque. I regali saranno in minore quantità, ma gli unici a farci caso saranno i bambini: per gli altri l’unico dono desiderato nel profondo è il ritorno alla normalità e la
fine della pandemia.
Laura Girardi, 4DLS