Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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25 Novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

AUTORI
Martina Puricelli e Francesca Buscato 4DLS
Ultima modifica: 1 anno fa

Tempo di Lettura
~ 2 minuti
Valutazioni: 13
| Media: 4.3

Il venerdì 25 novembre noi studenti delle classi 4^DLS, 4^II e 5^AM, oltre che classi di altri istituti, quali Cairoli e Cossa, ci siamo recati al Cinema Teatro Politeama, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Dopo una breve introduzione in cui le maggiori autorità di Pavia, tra cui il sindaco Fabrizio Fracassi, hanno ricordato il momento in cui è nata l’importanza di questa giornata e il perché continua ad esserlo, l’artista Valeria Perdonò ha messo in scena “Amorosi Assassini”, uno spettacolo che affascina, colpisce e lascia un’importante segno. Lo spettacolo parte dalla storia di Francesca Baleani, vittima di violenza da parte dell’ex marito Bruno Carletti, che le costò oltre sei mesi di ricovero in ospedale e un periodo in coma farmacologico. All’inizio l’attrice deve raccontare la vicenda dal punto di vista della vittima con le sue stesse parole desunte da una serie di lettere che ha scritto.


“Ma come si fa?”. È questa la domanda che si pone subito dopo aver provato a recitare, – “come si fa ad immedesimarsi in una vittima di una così brutale violenza?” L’impatto maggiore è dato dal pathos che l’attrice insieme al pianista Francesco, autore dell’accompagnamento musicale dello spettacolo, mettono in atto con un sottile filo di ironia. La parte dello spettacolo che crea più disappunto è la lettura della sentenza di Bruno Carletti, il quale viene ritenuto incapace di intendere e di volere, perché infatti ha compiuto quel terribile crimine, a sue parole, a causa di un raptus. A seguito dello spettacolo si lascia spazio a un dibattito, in cui si susseguono una serie di domande poste dagli alunni agli attori e viceversa. A quest’ultimo gruppo appartiene la domanda: “Quale limite viene imposto ad una relazione?”. Una studentessa risponde che sicuramente il limite è l’ossessione. Questo sentimento è difficile da individuare poiché spesso confuso con la gelosia e la vittima viene spesso sottoposta a violenza psicologica, che la sminuisce e la rende manipolabile. Lo spettacolo presenta inoltre un’altra sfaccettatura del problema presentando una voce ulteriore, quella di una testimone di violenza domestica, una giovane studentessa, che ha inizialmente paura di chiamare la polizia, ma alla fine ci riesce. Tuttavia, la portinaia, quando scopre che è stata lei a denunciare, la invita a “farsi i fatti suoi”. Ognuno di noi può salvare una vita quindi non dobbiamo ignorare le possibili vittime, dobbiamo denunciare i fatti alle autorità designate, denunciare sempre perché l’indifferenza è la prima forma di violenza di cui altrimenti ci rendiamo tutti complici.

Martina Puricelli e Francesca Buscato 4DLS

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