Sale a 29 il bilancio delle vittime della valanga che ha colpito l’albergo Rigopiano di Farindola. Dei 28 ospiti e dei 12 dipendenti, solo 11 sono sopravvissuti dopo che una massa di migliaia di tonnellate di neve si è schiantata sull’albergo spazzandolo via come polvere. Eppure, la Provincia di Pescara sapeva che il Rigopiano era rimasto isolato per l’eccezionale nevicata, che i telefoni erano fuori servizio, che il gasolio stava per terminare e che i clienti erano terrorizzati, l’amministratore dell’hotel, Bruno Tommaso, l’aveva spiegato nella sua e-mail di SOS.
Eppure nessuno si è interessato all’imminente disastro.
Ecco perché ora tutti noi cittadini ci lamentiamo e chiediamo spiegazioni per la mancanza di controlli.
Dov’erano le turbine spazzaneve della provincia? Dov’erano i mezzi pesanti?
Il procuratore di Pescara, che segue l’inchiesta, ha affermato che al momento non ci sono indagati ma che sono state fatte perquisizioni importanti. Sarà vero?
A dare l’allarme è stato Giampiero Parete, che racconta ai giornalisti che i soccorsi sono arrivati in ritardo per via delle condizioni climatiche proibitive, ma forse anche perché inizialmente la sua chiamata non è stata presa sul serio.
Questa è l’ennesima dimostrazione che la burocrazia italiana è lenta e inefficiente.
All’estero siamo diventati il bersaglio numero uno della satira. Ma è colpa nostra, non di Charlie Hebdo. Charlie Hebdo reagisce, denuncia.
L’Italia è colpevole e non può lamentarsi delle accuse. Oltre all’inefficienza, abbiamo l’incoerenza di piangere sul latte versato. Non è la natura che uccide, ma le opere degli uomini. Non è stata la slavina a distruggere l’albergo, ma paradossalmente chi l’ha costruito.
Dobbiamo ringraziare i soccorritori se in questo inferno ci sono stati anche dei momenti di gioia, come il ritrovamento, dopo ben cinque giorni dall’accaduto, di tre cuccioli di pastore abruzzese, che hanno rinnovato la speranza nei cuori degli italiani.
Beatrice Pestoni, Francesca Manara 2^DLS