Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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L’OCCIDENTE SOTTO ATTACCO

AUTORI
S. Casciaro, A. Di Vincenzo, G. Guastaferro, D. Intermite 2^ BI
Ultima modifica: 2 anni fa

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L’ISIS attacca Nizza, Berlino e infine Gerusalemme: tre attacchi simili, ma sono legati?

Nizza 14 luglio: un killer terrorizza la folla investendola con un tir. Un evento imprevedibile, che si ripete il 19 dicembre al mercatino di Natale di Berlino e di nuovo l’8 gennaio a Gerusalemme. Gli attacchi sono apparentemente simili per metodo utilizzato: approfittando di eventi che coinvolgono molte persone, gli attentatori, alla guida di tir rubati, travolgono la folla provocando numerosi morti e feriti.

Con il trascorrere dei giorni, nonostante il caos, le dicerie e le versioni che non rispecchiano a pieno la realtà, le autorità e l’opinione pubblica tendono a collegare gli avvenimenti all’ISIS. Ma per poterlo affermare con certezza, bisognerebbe andare a sviscerare i tre avvenimenti. A Nizza, dove si stava svolgendo la festa nazionale con fuochi d’artificio e musica, sulla Promenade des Anglais si consuma la prima tragedia: il veicolo pesante pone fine alla vita di 85 innocenti e ne mette in gravi condizioni un altro centinaio. L’assassino, identificato come Mohamed Lahouaiej Bouhlel, è riconosciuto come soldato martire jihadista e questo conferma il coinvolgimento dell’ISIS nell’attentato. Cinque mesi dopo, lo stato islamico rivendica la propria responsabilità anche per l’attentato di Berlino al mercatino di Natale. Esso si svolge con lo stesso modus operandi di Nizza provocando però meno morti: “solo” 12. Anis Amri, in fuga dal luogo dell’attentato, viene ritrovato a Sesto San Giovanni (MI) la notte del 23 dicembre intorno alle 3 del mattino e ucciso da due poliziotti italiani di pattuglia nella zona.

Non passano molti giorni dall’accaduto in Germania, quando in terra israeliana si verifica ancora una volta la “strage del camion” che, apparentemente, non sembrerebbe essere stata compiuta da un membro dell’ISIS. È qui che sta la differenza tra l’attentato di Gerusalemme e i due precedenti: infatti, pare sia stato un cittadino di origine palestinese (con patente israeliana e proveniente da Gerusalemme Est) che, essendo simpatizzante dell’ISIS, avrebbe imitato la “tecnica omicida” del movimento jihadista. Sebbene strettamente collegato, dunque, lo stato islamico non sarebbe la diretta causa della strage avvenuta sulla strada Armon Hanatziv. Qui l’integralismo islamico si sovrappone e complica la difficile convivenza tra due popoli, palestinese ed ebraico, tra i quali da decenni si cerca la mediazione. Ma invano.

S. Casciaro, A. Di Vincenzo, G. Guastaferro, D. Intermite 2^ BI

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