Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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RITORNO A SCUOLA

AUTORI
Anna Rancati, 4 DLS
Ultima modifica: 3 anni fa

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Mi risulta molto difficile parlare del mio ritorno alla realtà scolastica, in quanto per me la Scuola si è fermata a quel lontano febbraio del 2020. Il presunto ritorno avvenuto a settembre 2020 mi ha sconvolto più di quanto pensassi; già ero a conoscenza delle linee guida di sicurezza da seguire, come ad esempio la mascherina, il metro di distanza o l’assidua igienizzazione delle mani; ma non mi sarei mai aspettata avessero un impatto così negativo su di me.

Il fatto che più mi ha segnato è stato l’incontro con i miei compagni. Per mesi li avevo osservati tramite uno schermo, ma rivederli per la prima volta con il volto rubato dalla mascherina mi ha scossa.

Senza dubbio seguire le lezioni in presenza risulta più semplice ed immediato, ma davvero vogliamo ridurre la scuola solo alla dimensione didattica?

La scuola va oltre l’insegnamento della matematica, della storia o dell’inglese, è un luogo dove ci si forma come persone, si impara a relazionarsi e ad accedere alla società. Ma come si può far tutto questo a un metro di distanza? So che dovremo abituarci al distanziamento, ma io davvero fatico a farlo: pensare che questa sia la realtà in cui dovrò vivere (o sopravvivere) nei prossimi mesi, mi devasta. evitare la diffusione del Covid-19, ancora una volta questo nostro nemico invisibile ci sta sopraffacendo. Dunque siamo di nuovo a casa, a ricreare l’aula scolastica fra un divano e un fornello.

 

Mi rende furiosa pensare quanto questo virus mi stia rubando, l’ansia prima di un’interrogazione, esser ripresa dall’insegnante per aver scambiato qualche parola con la compagna di banco, l’attesa dell’intervallo per poter raccontare qualche aneddoto agli amici, svegliarsi al mattino alle 6 e lamentarsi tutto il giorno della stanchezza o del peso eccessivo dello zaino.

Invece ora ci si sveglia più tardi al mattino, si sceglie il maglioncino che si abbini meglio ai pantaloni del pigiama, si accende il computer e si fa finta che tutto sia normale, anche se di normale c’è ben poco.

In questi momenti così difficili, non si deve perdere la speranza. Solo il pensiero e il desiderio di ritornare alla vita pre-covid, mi dà la forza di reagire e di guardare oltre l’orizzonte.

Anna Rancati, 4 DLS

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