Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Lezioni a distanze chilometriche

AUTORI
L. Caroppo, Q. Chen, G. Grumi, M. Pozzato, K. Zaiduloeva 2 DLS
Ultima modifica: 2 anni fa

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| Media: 3.3

Gli studenti fuggiti dalla guerra di Ucraina riesumano i ricordi della d.a.d., per vivere una vita semi-normale. In questi giorni molti ragazzi messi a riparo dalle atrocità accadute nella loro patria, hanno trovato ospitalità nelle nazioni europee. Per questi studenti è stato possibile ricongiungersi con i propri professori e compagni ucraini tramite i dispositivi elettronici, grazie ai quali riescono a svolgere la normale attività didattica, e di conseguenza, nonostante la paura, continuano a fare del proprio meglio nell’ambito scolastico.

Se da una parte la soluzione trovata sembra aiutare chi si è messo in salvo, dall’altra parte al suono delle sirene i professori  rimasti a Kiev sono costretti ad interrompere la lezione per trovare riparo nei rifugi.

Protagonisti di questi avvenimenti sono studenti che dall’Ucraina si sono trasferiti in Italia e hanno visto con  i propri occhi ciò che accade ai loro professori in patria. Sul quotidiano La Repubblica si legge l’intervista di un alunno, Pavlo, il quale racconta di come durante la lezione il suo professore, al suono dell’allarme, è dovuto correre al sicuro. Nella stessa stanza in cui Pavlo segue le lezioni, sono presenti anche Masha, sua sorella di undici anni, e Yeva di quindici anni, tutti e tre ospiti di una famiglia di Bari.

Yeva racconta come si senta più tranquilla alla vista dei suoi compagni e insegnati e che, per lei, non è stato complicato riprendere a svolgere la didattica a distanza poiché già abituata dai tempi della pandemia.

Ma non tutti nella fuga rocambolesca sono riusciti a portare con sé il necessario per svolgere le lezioni, perciò tuttora ci sono molti studenti assenti alle lezioni online.

Diverse problematiche sorgono per altre ragioni; una di queste è la mancata corrispondenza tra le lancette degli orologi ucraini e quelle dei paesi in cui si trovano i ragazzi collegati; purtroppo per questo  problema, causato dal fuso orario, non esiste soluzione.

Nonostante l’ardua situazione i ragazzi vedono la luce in fondo al tunnel con speranza e ottimismo,  pianificando il proprio futuro, e noi possiamo solo sostenerli a raggiungere le proprie ambizioni.

 

L .Caroppo, Q. Chen, G. Grumi, M. Pozzato, K. Zaiduloeva 2 DLS

 

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