Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Recensione del film “Anima Bella”

AUTORI
Pietro Crozi 2AI
Ultima modifica: 1 anno fa

Tempo di Lettura
~ 2 minuti
Valutazioni: 11
| Media: 4.6

Il film “Anima Bella” racconta la vita di una ragazza e del suo rapporto con il padre, affetto da ludopatia: un rapporto molto travagliato e problematico. Ma Gioia, la protagonista, tende a perdonare – o meglio, a sopportare- gli errori del padre, che a causa della sua dipendenza, si indebita e sperpera nel gioco i pochi soldi che la famiglia possiede.  Gioia è una ragazza che porta felicità ovunque vada, che si impegna a dare una mano a tutti, soprattutto nella sua parrocchia, che aiuta il padre, portando al pascolo il suo gregge di pecore e facendo più consegne del previsto, durante il suo turno di lavoro come fattorina.

Il film si concentra per la maggior parte su di lei mostrando momenti di pace, calma e tranquillità in modo quasi esagerato e forse noioso, ma è proprio questo uno dei punti cardine del film; questi momenti vengono interrotti e stravolti dagli errori del padre che lei cerca come sempre risolvere, tranne quando sarà proprio il padre ad impedirglielo.

Il padre mostra un comportamento ciclico e definito: sbagliare, chiedere scusa, venir perdonato e ricominciare, sbagliando di nuovo. In alcuni casi il ciclo viene momentaneamente cambiato: sbagliare, capire di aver sbagliato, chiedere scusa, rimediare o cercare di rimediare ai propri errori e sbagliare di nuovo. In questi casi gli sceneggiatori mettono nei panni del protagonista proprio il padre che, per affetto nei confronti della sua unica figlia, cerca di farsi perdonare in tutti i modi, non solo con le parole ma anche con i fatti. Sfortunatamente, però, Gioia smetterà di farlo proprio nel finale.

La speranza non è l’ultima a morire; ma, secondo me, qui è già morta. Questo è quello che ci mostrano alcuni personaggi nella seconda metà del film, il padre compreso. Ho constatato, durante una discussione in classe, che il finale è stato compreso da
pochissimi: ora cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice possibile. Molti non hanno neanche trovato un vero finale, altri si sono arrampicati sugli specchi…..
Io? Nulla di tutto questo. Se consideriamo una MIA celebre frase che ripeto spesso, cioè “è il finale a fare la storia”, scopriamo che si adatta perfettamente a questo film. Nel finale Gioia perde tutte le speranze che riponeva nel padre, partendo, con una pedalata cieca, sulla bicicletta, scappando dal suo passato.
Faccio un esempio: state guardano un bel film non importa il genere, deve piacere a voi vi piace, vi piace sempre di più e poi… finisce nel modo più discutibile possibile. Vi resta l’amaro in bocca.

Se invece, in un altro caso, il film che stavate guardando vi ha annoiati per gran parte della sua durata, ma alla fine finisce in modo soddisfacente o addirittura quasi meraviglioso, il discorso cambia…
Ecco io vedo così il finale di “Anima Bella”, un finale soddisfacente e che ha di gran lunga superato le mie aspettative e che mi ha fatto uscire dalla sala soddisfatto. Perché “è il finale a fare la storia”.

Riassumendo: tutta la bellezza di questo film si nasconde nel suo significato e nella sua lentezza ( “lleenteezzaaa”) per cui vengono mostrati aspetti di vita quotidiana quasi irrilevanti, ma che insieme sono in perfetta armonia. Tutto in questo film ha un significato nascosto e metaforico.

Un film adatto a tutte le età soprattutto per i più piccoli e per i più immaturi, un film di “sana diseducazione al ragguardevole cinema main-stream”
Promosso con un 6/7 su 10.

Pietro Crozi 2AI

Valutazioni: 11 | Media: 4.6

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