Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Proteste in Iran

AUTORI
Andrea Garetti, Federico Casa, Tommaso Rinaldi, Angelo Zarra 3 DLS
Ultima modifica: 1 anno fa

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Qual è il significato di libertà di parola?
A questa domanda noi ragazzi rispondiamo tranquillamente: andiamo a scuola, pratichiamo sport e usciamo ogni giorno con i nostri amici in assoluta spensieratezza, esprimiamo la nostra opinione e le nostre idee senza che nessuno ce lo impedisca, mentre passeggiamo per strada o sui Social. Per tutte le persone in qualunque paese del Mondo dovrebbe essere così poiché l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo lo garantisce: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di
opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

Invece ogni giorno veniamo informati di fatti e situazioni ingiuste e inaccettabili, di soprusi e violazioni. In Iran, per citare un esempio, è in corso una protesta che dura da mesi proprio per rivendicare quanto sancito dall’articolo 19 della Dichiarazione. Tutto è iniziato dopo la morte di Mahsa Amini, studentessa curda 22enne, avvenuta mentre era in custodia della polizia morale di Teheran. Le manifestazioni si sono diffuse in seguito in tutto il paese nonostante la repressione violenta da parte delle autorità iraniane che non hanno esitato a controllare Internet interrompendone l’accesso in modo discontinuo, bloccando diverse applicazioni di messaggistica e social media allo scopo di ostacolare le comunicazioni all’interno del Paese e con l’estero. Le proteste sorte per il caso di Amini, privata della libertà e in seguito della stessa vita in circostanze oscure solo per non aver indossato in maniera corretta il velo, si sono trasformate in vero e proprio dissenso contro lo Stato iraniano, contro l’obbligo del velo, contro la censura morale, contro l’oppressione delle libertà personali e dei diritti civili.

Chi protesta vorrebbe la caduta del regime e un cambio di struttura politica, vorrebbe la fine della teocrazia e della dittatura islamica. In occasione dei recenti Mondiali di calcio in Qatar del mese di dicembre 2022, i calciatori della nazionale iraniana di calcio hanno espresso un messaggio forte e chiaro al loro governo, effettuando due proteste che hanno suscitato molto scalpore in tutto il mondo. La prima ha riguardato la decisione dei giocatori, supportati dai fischi dei loro tifosi, di non cantare l’inno nazionale in occasione della prima partita del Mondiale contro la nazionale inglese. Mentre nel seguente incontro, contro il Galles, c’è stato invece un cambio di rotta da parte dei giocatori che hanno deciso di cantare l’inno nazionale.

 

Alcune testate giornalistiche, come la Cnn e l’Ansa, hanno parlato di una possibile minaccia effettuata nei confronti delle famiglie dei giocatori iraniani se questi ultimi non avessero cantato l’inno nazionale. Si tratta solamente di una fake news oppure di una triste verità? La seconda protesta iraniana, che ha suscitato stupore, è stata l’esultanza dell’allenatore iraniano, Carlos Queiroz, e dei propri tifosi dopo la sconfitta rimediata ad opera degli Stati Uniti con la conseguente eliminazione dai mondiali della squadra iraniana.

Il 13 dicembre 2022 siamo riusciti a intervistare uno studente iraniano, attualmente ospite in un collegio universitario pavese, per chiedergli le sue opinioni su quanto sta accadendo nel suo Paese dal punto di vista sportivo. Lo studente, che noi chiamiamo Muhammad per mantenerne l’anonimato, ci ha spiegato il motivo per cui i tifosi avessero esultato, nonostante la loro squadra avesse perso, dicendo che una sconfitta della squadra nazionale equivalesse simbolicamente a una sconfitta dello Stato. Il giovane ha inoltre spiegato come le proteste e le manifestazioni di massa siano l’unica via per esprimere scontento e insofferenza nei confronti di un governo opprimente che soffoca i cittadini, impedendo ogni libertà e ogni legittima espressione. Queste proteste riusciranno a piegare il governo iraniano oppure la popolazione finirà per arrendersi e sottostare alle autorità?

Andrea Garetti, Federico Casa, Tommaso Rinaldi, Angelo Zarra 3 DLS

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