Fake news, letteralmente notizie false o più semplicemente bufale, sono comunicazioni o informazioni false che possono essere divulgate attraverso qualsiasi Social media con lo scopo di creare disinformazione, scandalo o semplicemente attirare click su Internet, realizzate a partire da un’apparente plausibilità e alimentate da un sistema distorto di aspettative dell’opinione pubblica.
E’ possibile riconoscerle e non cadere nelle loro trappole?
Questo è stato il tema trattato in data 20 ottobre 2023 da due esperti professionisti, i giornalisti Luca Rinaldi e Luca Pattarini, durante la conferenza-laboratorio “La fabbrica del dubbio”, all’interno del Festival Mitopoietica presso il Collegio Cairoli di Pavia.
Inizialmente l’attività ha compreso una spiegazione esaustiva su cosa siano le fake news e su cosa permetta la diffusione di notizie inattendibili; successivamente si è passati a lavori di gruppo che hanno messo alla prova gli studenti partecipanti. Lo scopo del percorso era apprendere le strategie necessarie a individuare l’attendibilità o meno di una notizia, utilizzando materiali giornalistici trattanti argomenti di vario genere per verificarne la veridicità con gli strumenti del web.
L’introduzione dei due giornalisti esperti si è rivelata necessaria per l’attività successiva che ci è stata proposta; infatti per analizzare i documenti forniti, noi studenti siamo partiti da alcune domande-guida: Come mai è alto il numero di persone che crede alle fake news? Perchè si lasciano ingannare? È ingenuità, superficialità o ignoranza?
Noi abbiamo capito che è possibile riconoscere le fake news perché esse hanno dei denominatori comuni:
• si focalizzano sullo stato emotivo del lettore, sfruttando paure, insicurezze e paranoie;
• approfittano di idee incerte e caotiche diffuse su temi delicati;
• usano toni esagerati, preferendo una terminologia allarmante;
• spesso si servono di programmi o intelligenza artificiale per modificare foto o video correlati all’articolo;
• usufruiscono di titoli “acchiappa click”, in inglese “clickbait”, ovvero intestazioni incomplete non sufficientemente esplicative, in modo tale da attrarre un vasto pubblico e invitarlo a condividere la notizia;
• trattano gli argomenti più ricercati dagli utenti ad esempio la politica, il terrorismo, il cambiamento climatico e la sanità;
• prediligono eventi incredibili, catastrofici e complottisti.