Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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KAZAKISTAN INFIAMMATO DALLE RIVOLTE DEL GAS

AUTORI
S. Giri A. Marchetti 5 DLS
Ultima modifica: 3 anni fa

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SCOPPIANO DURE RIVOLTE PER L’INFLAZIONE IN KAZAKISTAN,
REPRESSE CON L’AIUTO RUSSO

Se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro del 2022 appare nuvoloso. Dal due gennaio infatti in Kazakistan si stanno susseguendo una serie di duri e sanguinosi scontri. Dopo due settimane di guerriglia il bilancio (diffuso dalle autorità) ammonta a 225 morti e più di duemila feriti, oltre ai quasi novemila arresti.
Le proteste, inizialmente pacifiche, sono scoppiate a causa dell’improvviso rincaro dei prezzi dell’energia, diventando famose come “la rivolta del gas”. La grave crisi kazaka però, ha radici ben più profonde, che affondano nel nebuloso regime di Nazarbayev, durato fino al 2019 dopo trent’anni di potere assoluto; infatti la marcia dei manifestanti procedeva al grido “fuori il vecchio”, riferendosi proprio all’anziano “padre della nazione”. Le rivolte si sono presto fatte violente, con i rivoltosi che, tramite duri scontri, hanno preso il controllo di varie strutture, tra cui l’aeroporto di Almaty. Le autorità hanno reagito duramente, bloccando le comunicazioni nazionali tramite un blackout quasi assoluto di internet, e aprendo il fuoco sui civili, considerati come terroristi dallo stesso presidente Tokayev, che li ha definiti come “provocatori manovrati da potenze straniere”. I tumulti sono stati talmente accesi che il governo si è trovato costretto a richiedere l’aiuto di Mosca, con Putin che ha inviato le truppe del Csto (l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, alleanza di sei ex paesi sovietici a guida russa); che sono rimaste sul suolo kazako fino al 13 di Gennaio, giorno in cui ne è stato annunciato il ritiro, anche se inizialmente la missione era destinata a durare un mese intero.
In questo quadro di violenza, c’è spazio anche per le speculazioni, con il Cremlino che, tramite dichiarazioni indirette, accusò gli Stati Uniti di aver alimentato il fuoco della rivolta; affermazioni subito smentite dalla Casa Bianca che parla di “tecniche di disinformazione utilizzate dalla Russia”.
Indipendentemente dalla veridicità delle accuse sovietiche, resta il fatto che il Kazakistan sia sicuramente fonte di interesse per le potenze mondiali, basti pensare che oltre ad essere ricchissimo di petrolio, dispone del 60% delle risorse minerarie di quella che un tempo fu l’URSS, come ferro e carbone, ma soprattutto uranio e terre rare, fondamentali per le ultime tecnologie.
Nonostante le rivolte siano state sedate rapidamente, la situazione in Kazakistan rimane tesa con Tokayev che deve cercare di riportare alla calma i cittadini stanchi della lunga oppressione del governo Nazarbayev.

S. Giri A. Marchetti 5 DLS

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