Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Gli edifici dimenticati

AUTORI
L. Bignami 4 BLS, F. Buscato e N. Indaco 3 DLS
Ultima modifica: 2 anni fa

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L’edificio che funge da municipio nel comune di Copiano, un modesto paesino in provincia di Pavia, è un antico castello comprendente due piani e seminterrato. Morfologicamente si può avvicinare ad una rocchetta, posta a controllo della strada per Pavia, un po’ fuori dall’abitato. E’ un complesso architettonico di una discreta mole, in cui si mescolano parti ristrutturate in epoche relativamente recenti e parti che mostrano ancora il loro aspetto originario, seppur più o meno degradato. Risalirebbe, secondo alcune fonti, al XIV secolo, con successivi rimaneggiamenti agli inizi del XV.

Il palazzo può vantare una buona architettura: è costituito da una muratura in mattoni intonacata, nella quale rimane a vista soltanto lo zoccolo alla base (di circa cm 150) ed i prospetti sud e ovest; un tetto con struttura costituita da capriate in legno su cui poggiano tavelle in cotto; una torre e una parte rustica con portico.

Figura 1

La torre (Figura 1 Vista della torre degradata) si sviluppa su tre piani. Al seminterrato si trova un unico ambiente con aperture a ovest, di cui alcune purtroppo gentilmente offerte da madre natura: anni di corrosione provocata dalla pioggia e di incuria hanno infatti danneggiato e aperto fenditure nella parete. Il piano terra presenta un solaio piano in legno e pavimento in cemento. Una scala in muratura, incredibilmente ancora integra, conduce al primo piano. La copertura a due spioventi comprende un manto di coppi in laterizio, intervallati da spazi vuoti.

Figura 2

Addossate all’edificio principale, le parti rustiche sono divise su due piani sviluppati in longitudine con la successione di cinque ambienti, un portico (Figura 2 Vista del portico del municipio) ed un cavedio. Il primo ambiente al piano terra ha pavimento in battuto di cemento e solaio in legno. I successivi ambienti sono coperti da solai a voltine.

Figura 3
Figura 4

Il piano superiore funge da emporio di muffa e polvere, mentre la facciata è stata ristrutturata esclusivamente dove è situato il monumento ai caduti (Figura 3 Facciata ovest del municipio, vicino alla torre e Figura 4 Facciata del municipio rivolta verso la piazza).

Figura 5

La parte retrostante, in corrispondenza della torre, è adorna di finestre fatiscenti, mattoni scheggiati e biancheria “stesa” dei residenti, persone a cui il Comune di Copiano ha concesso momentaneamente di abitare nell’antico maniero. Qui le loro condizioni di vita non sono esattamente alla pari dei loro compaesani. (Figura 5 Particolari di una delle finestre della torre). Il Comune, che ha concesso l’alloggio, non si è curato di pensare minimamente a porre l’edificio in condizioni abitabili. Per questo gli occupanti non hanno colpa dell’attuale stato dell’edificio, solo non si interessano a porre domanda per ristrutturarlo.

Figura 6
Figura 7

Proseguendo con lo sguardo si può notare, accanto al municipio, un mulino medievale. Un tempo il macinatoio era protetto da recinzioni di sicurezza che ne preservavano l’integrità (Figura 6 Mulino a seguito del primo restauro); oggi la costruzione è generosamente offerta ai ragazzi del paese che lo abbelliscono e decorano con simpatiche scritte e disegni volti a raffigurare l’apparato riproduttivo (Figura 7 Mulino nelle condizioni attuali).

Ironico pensare come qualche anno fa il mulino sia stato oggetto di un intervento di recupero e restauro. Forse la successiva eliminazione di recinzioni, transenne e controlli, dopo il rifacimento, aveva lo scopo di verificare quanto il ripristino sarebbe stato duraturo. Probabilmente una prova di fiducia al senso civico dei cittadini … di scarso successo!

Il patrimonio storico-artistico italiano va tutelato, monitorando lo stato di degrado degli edifici. Per far ciò si potrebbero indirizzare fondi pubblici uniti a raccolte fondi utili al restauro. Questo potrebbe fruttare nell’ambito turistico – economico, visto il desiderio comprensibile dei turisti di concentrarsi su opere intatte e fedeli all originale.

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L. Bignami 4 BLS, F. Buscato e N. Indaco 3 DLS

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