Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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La Concordia 10 anni dopo

AUTORI
L. Caroppo, C. Viola, Q. Chen, F. Maiocchi, Classe 2 DLS
Ultima modifica: 2 anni fa

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13 gennaio 2022, un triste anniversario. Familiari delle vittime, soccorritori, gente comune, sbarcano sull’isola del Giglio per il decennale del naufragio della Costa Concordia. “Dieci anni per non dimenticare, ma anche per superare definitivamente quella che è stata la tragedia della Costa Concordia”, ha detto Sergio Ortelli, sindaco dell’isola aprendo la commemorazione del naufragio.

Durante la notte di Venerdì 13 Gennaio 2012, la grande ammiraglia della Costa Crociere, la Concordia, con 4229 persone a bordo, tra passeggeri ed equipaggio, si schiantò contro gli scogli, dietro la Torre saracena, a largo dell’isola del Giglio. Il naufragio avvenne nei pressi del Molo Rosso del porto dell’isola, a causa di un gesto di spavalderia, con il quale il comandante avrebbe voluto realizzare “un inchino” verso l’isola; la manovra azzardata causò un forte sbandamento e il conseguente incaglio sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente il porto, cui seguì la parziale sommersione della nave. I danni dell’impatto furono ingenti, uno squarcio di circa 70 metri danneggiò lo scafo per colpa della collisione con gli scogli provocando l’affondamento.

Quella notte durò a lungo per i passeggeri ma anche per gli abitanti dell’isola, che si trovarono catapultati improvvisamente nelle operazioni di salvataggio. Se l’urto avvenne alle 21.45, la richiesta di rimorchiatori alla Capitaneria da parte del comandante Schettino partì alle 22.25, mentre il segnale di emergenza generale fu lanciato alle 22.36 ben 50 minuti dopo l’impatto; l’ordine di lasciare la nave giunse alle 22.54: un’eternità. Da quel momento le lance di salvataggio in dotazione alla nave, unite ai mezzi di soccorso allertati dalla Capitaneria di Livorno, cominciarono una corsa contro il tempo, un andirivieni tra le banchine del porto del Giglio e i ponti del gigante agonizzante che lentamente ma inesorabilmente si inabissava; un viavai disperato, che durò fino alle 5 della mattina del 14 gennaio, di motovedette di Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza ma anche di imbarcazioni civili dirottate verso il luogo della sciagura, mentre i generosi isolani contribuivano come potevano ad accogliere i naufraghi bagnati, infreddoliti, spaventati. Intanto sulla nave, nei punti di raccolta stabiliti dai cosiddetti piani di emergenza, regnava il caos tra le persone ancora a bordo che disperatamente cercavano una via di salvezza, spingendo, sbracciando a volte, gettandosi a mare e cercando di raggiungere la terraferma anche a nuoto. E così si contarono alla fine 32 vittime e 157 feriti.

Dopo il ritorno a casa dei superstiti, ci vollero ben due anni e mezzo per rimuovere l’intero relitto e un processo lungo 5 anni, a causa dei ricorsi ai vari gradi di giudizio, che si concluse con la sentenza definitiva del 2017 che stabilì la condanna del comandante della Concordia a 16 anni di reclusione e al pagamento di risarcimenti alle vittime, per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. Il comandante Francesco Schettino, il colpevole che, invece di rimanere sulla nave assicurandosi che tutti i passeggeri riuscissero a raggiungere un posto sicuro, preferì darsela a gambe pensando solo a salvare se stesso; il comandante, condannato a scontare la sua pena nel carcere di Rebibbia, dovrà restarvi ancora per sei lunghi anni.

Successivamente al disastro, le autorità dovettero avviare anche il recupero di tutte le 32 vittime trascinate nel fondale o scomparse nelle voragini aperte a bordo della nave.

A distanza di dieci anni ancora ci si commuove, quando si ricordano i terribili fatti accaduti quella notte o se ne rivedono le immagini drammatiche, mentre ci si chiede come sarebbero andate le cose se l’ufficiale, giustamente condannato, non si fosse macchiato di imperizia, negligenza e incredibile superficialità.

Guarda il nostro reportage

L. Caroppo, C. Viola, Q. Chen, F. Maiocchi, Classe 2 DLS

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