Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Barche cariche di migranti affondano: come si muove il nuovo governo?

AUTORI
Daniele Cortese, Vittoria Romani 3 BLS
Ultima modifica: 1 anno fa

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Una barca di sei metri carica di migranti affonda domenica sera, 4 dicembre, davanti a Lampedusa. La guardia costiera riesce a mettere in salvo 32 persone. All’appello mancano però quattro persone, tra cui due fratelli: uno di sei mesi e l’altro di sei anni. Un altro naufragio avviene nel pomeriggio di lunedì 5 dicembre al largo di Lampedusa dove i soccorritori salvano 31 persone e recuperano un cadavere, ma tra i 4 e i 6 migranti mancherebbero all’appello. Nella serata una nuova tragedia, stavolta nell’hotspot dell’isola, dove muore una bambina di sei mesi. E potremmo annoverare altri molteplici e simili drammatici casi.

Gli avvenimenti dell’ultimo mese non sono una novità per il nostro paese, difatti la questione è argomento di discussione sia nel Parlamento italiano che nella Commissione Europea. La linea decisa dal governo italiano sul tema dei migranti “dovrà portare a un coinvolgimento degli altri Paesi europei, che già sta accadendo soprattutto in termini di riconoscimento di una responsabilità oggettiva che non può essere solo italiana nell’affrontare la gestione dei flussi migratori”, lo afferma il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago in un’intervista all’agenzia giornalistica Adnkronos. “L’Italia- aggiunge Perego di Cremnago- non sarà più isolata come lo è stata negli ultimi anni. Il problema dell’immigrazione riguarda tutti gli Stati europei che devono prenderne atto e agire di conseguenza”.

Ma chi si occupa della situazione è il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi che afferma che “la priorità assoluta è la tutela della dignità delle persone; questa è la lente attraverso cui mettere a fuoco le decisioni dell’esecutivo al quale spetta il compito di governare i flussi migratori”.

Al momento si contano 100mila migranti nel sistema di accoglienza, le prefetture segnalano saturazione dei posti disponibili e criticità. Il sistema di accoglienza, da tempo sotto pressione, è al collasso. Questo è uno dei motivi per cui l’Italia sarebbe favorevole ad un piano complessivo di sostegno allo sviluppo del Nord Africa «che coniughi le misure per la crescita con quelle per la sicurezza e il contrasto al traffico degli esseri umani e che, soprattutto, preveda una maggiore collaborazione per la prevenzione delle partenze e per l’attuazione dei rimpatri», così spiega il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa al Senato. Riprendendo quanto anticipato dal governo, a dire di Piantedosi serve un nuovo piano Mattei per l’Africa, cioè programmi di investimento di ampio respiro verso quei Paesi che hanno dinamiche demografiche esplosive e che devono essere coinvolti nella gestione delle risorse messe a disposizione affinché si realizzino processi di crescita duraturi e sostenibili. Questa è una scelta strategica per il futuro delle istituzioni e dei cittadini europei, ma anche per assicurare la realizzazione delle speranze delle giovani generazioni africane».

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Più recentemente, il 21 Dicembre 2022, il Consiglio dei ministri si è riunito per discutere varie problematiche tra cui il “decreto flussi”, con cui annualmente si stabiliscono le quote massime di cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea da ammettere nel territorio italiano per lavoro subordinato, anche stagionale, e per lavoro autonomo. Il provvedimento prevede che il datore di lavoro, che voglia assumere un cittadino non comunitario, debba verificare presso il centro per l’impiego competente l’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale a ricoprire il posto di lavoro per il profilo richiesto, secondo le modalità contenute in un’apposita nota operativa predisposta dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL). Al riguardo ANPAL ha comunicato che a breve renderà disponibile un modello di richiesta di personale al Centro per l’impiego da parte del datore di lavoro, al fine di garantire un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.

La nave umanitaria Geo Barents di Medici Senza Frontiere

La quota complessiva stabilita è pari a 82.705 unità e sono stati aumentati i settori economici di destinazione dei lavoratori.
Alcune quote sono state riservate ai lavoratori di Paesi con i quali entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria, ai lavoratori che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi di origine e alle richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro italiani, che assumono l’impegno a sovrintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori. Le linee generali delle politiche pubbliche in materia di immigrazione extracomunitaria in Italia sono state fissate nel 1998 e, nonostante i flussi migratori non siano ancora del tutto regolamentati, si sta lavorando per raggiungere gli obiettivi stabiliti cercando una collaborazione sia con i paesi europei che extraeuropei. Quanto ancora si dovrà aspettare affinché le persone che provengono da Paesi poveri o in guerra trovino un luogo sicuro dove vivere? Quante vite dovranno ancora morire? Si spera che con le ultime iniziative si riesca a cambiare qualcosa.

Per ora una goccia nel mare.

Daniele Cortese, Vittoria Romani 3 BLS

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