Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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CAMPAGNA  “RICICLA IL TUO CELLULARE”

AUTORI
Lorenzo Bertone, Jacopo Bonabitacola, Endri Brecani, Massimo Francesconi, classe 4 ALS
Ultima modifica: 12 mesi fa

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Noi studenti delle classi 4ALS e 4DLS stiamo promuovendo un progetto proposto dal Jane Goodall Institute Italia (JGI), volto a ridurre lo sfruttamento di risorse minerarie che compongono i telefoni cellulari e altre apparecchiature elettroniche, veri e propri scrigni di materie prime, alcune delle quali rare.

Per questo motivo, quando decidiamo di sostituire il nostro cellulare con uno nuovo, non dovremmo gettarlo in qualche cestino senza riflettere sulle conseguenze di questa semplice azione. A dispetto delle apparenze, un normale cellulare è composto da più di 50 elementi chimici diversi! La vibrazione, per esempio, si verifica grazie alla presenza del neodimio, mentre lo schermo contiene tracce di indio per il touch screen. O ancora, lo stagno e il piombo sono utilizzati per saldare l’elettronica nel telefono.

 

Attualmente ci sono 34 miliardi di telefoni, tablet e altri computer in circolazione nel mondo: queste apparecchiature sono la porta di accesso per 4,6 miliardi di utenti alla rete informatica mondiale. Solo meno del 20% dei rifiuti elettronici viene recuperato e riciclato. Da questi dati si può dedurre che la quantità di rifiuti generata dagli apparecchi elettronici è enorme: si parla di più di 2000 tonnellate solo in Italia!

Se questi dati non sono sufficienti per convincervi di quanto sia importante il riciclo dei cellulari, sappiate che la produzione dei dispositivi elettronici non genera solo un grave danno all’ambiente.

L’aumento della richiesta mondiale di minerali per la costruzione di dispositivi elettronici sta generando un’accesa lotta per il controllo dei territori in cui si concentra l’estrazione.

Il 60% del cobalto, il cosiddetto “petrolio del futuro”, per citare solo uno dei metalli contenuti in un cellulare, proviene dalle riserve del Congo, terra molto ricca, tra l’altro, di coltan, oro, argento e uranio. Viene poi immesso nel mercato, quasi esclusivamente cinese, che lo lavora e crea i circuiti per i telefoni.

Per l’estrazione vengono sfruttati bambini, anche molto piccoli, per 2 dollari ogni 12 ore di lavoro: la ricerca può durare anche più giorni e non si viene pagati finché non si tira fuori qualche grammo. Secondo le ultime stime, per esempio, sono circa 40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni impegnati nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo.

Questi giovani lavorano in condizioni estreme, si ammalano prima e più dei loro coetanei. Rischiano ogni giorno incidenti sul lavoro a causa di carichi troppo pesanti, fino alla morte per i frequenti crolli nelle grotte rudimentali. Spesso sono picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se oltrepassano i confini della miniera. Alcuni di loro lavorano dopo aver frequentato la scuola, altri hanno per necessità abbandonato gli studi e qualsiasi prospettiva di migliorare la propria condizione di vita.

 

Il fatto che dietro i nostri dispositivi, buttati spesso con leggerezza, si celi una realtà di sfruttamento e di ingiustizia, dovrebbe essere un’altra buona ragione per abituarci a gestirli in modo più responsabile.

Per fare ciò, e quindi cercare di ridurre la produzione di rifiuti elettronici, ci sono diverse soluzioni: in primo luogo, prolungare il periodo di utilizzo fino a quando l’apparecchio rimanga utilizzabile, senza cedere al richiamo delle mode (un cellulare attualmente viene cambiato mediamente ogni 2 anni e mezzo!). Se ognuno di noi facesse ciò, la produzione di apparecchi elettronici diminuirebbe e con essa anche l’inquinamento prodotto dai rifiuti, che vengono solitamente trasportati in discariche a cielo aperto, ancora una volta, in Africa.

In secondo luogo il riciclo gioca un ruolo fondamentale. Attraverso questa campagna, una ditta specializzata, che opera a livello internazionale per il Jane Goodall Institute mondiale, si occuperà di smaltire correttamente i dispositivi raccolti, recuperando i materiali presenti al loro interno e devolvendo il ricavato a sostegno dell’orfanotrofio Sanganigwa, a Kigoma in Tanzania, per sostenere le spese di istruzione e formazione dei ragazzi che ci vivono. Sono già state costruite case famiglia, realizzati orti e pannelli solari con l’obiettivo di rendere sempre più autosufficiente la struttura.

È importante riuscire a diffondere una maggiore sensibilità per questo problema a partire dalle nuove generazioni, grandi fruitori di dispositivi tecnologici.

Per questo, dal 27 marzo, nel nostro istituto, all’ingresso dell’edificio centrale e della succursale, troverete dei contenitori, da noi realizzati, per la raccolta di questi dispositivi. Ci troverete anche il 4 maggio alla manifestazione Scienza Under 18, al Castello Visconteo di Pavia.

Se, dopo aver letto questo articolo, qualcuno di voi volesse aiutarci, sarà il benvenuto e potrà dare il suo contributo al nostro progetto di raccolta e riciclo di vecchi cellulari. Ciascuno di noi, attraverso un piccolo gesto concreto, può davvero fare la differenza.

 

 

Lorenzo Bertone, Jacopo Bonabitacola, Endri Brecani, Massimo Francesconi, classe 4 ALS

 

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