Nella mattinata del 26 settembre la classe 1DLS dell’Istituto Cardano insieme alle altre prime dell’indirizzo delle Scienze Applicate è uscita in visita alla città in seno alle attività previste per l’accoglienza.
Pavia è una città fluviale, chiamata Ticinum in epoca romana, proprio dal nome del fiume che la percorre (Ticino). Il nome Pavia è stato invece introdotto in epoca longobarda, la città era infatti la capitale del regno longobardo: la Longobardia.
Pavia ha una particolarità che molte altre città fluviali non hanno: di solito gli insediamenti urbani si sviluppavano con il fiume al centro, mentre a Pavia sulla riva sinistra del fiume si trova la città compresa dalle mura cittadine e dall’altra, sulla riva destra, si sviluppa il quartiere Borgo Ticino separato dal resto del territorio urbano.
Nella prima parte della mattinata si sono visti i principali monumenti, mentre la seconda parte è stata occupata dalla visione della mostra fotografica sull’antica città di Pavia, foto provenienti dall’archivio della famiglia Trentani.
I monumenti che abbiamo avuto modo di ammirare sono stati: il Ponte dell’Impero, il Ponte Coperto e i resti del vecchio ponte medioevale, il Duomo di Pavia e i resti della Torre Civica.
Il Ponte dell’Impero è stato voluto da Mussolini in epoca fascista, con l’intento di riportare la città agli antichi fasti romani: ecco perché Ponte dell’Impero. Costituito da cinque arcate, incornicia maestosamente il fiume.
Il Ponte Coperto è costituito da 5 arcate: tre arcate da una parte; dall’altra, al centro del ponte, che ha un profilo a schiena d’asino, troviamo una piccola chiesetta, all’interno della quale è conservata la statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore degli affogati.
Il ponte è costruito in cemento armato ad eccezione dei piloni, o pile, costruiti in pietra, e rivestito di mattoni di laterizio.
I piloni hanno una forma triangolare che permette di tagliare la corrente del fiume, in modo da evitare la spinta dell’acqua.
Il Ponte Coperto è una riproduzione del Ponte Vecchio, bombardato nel 1944 dagli Alleati.
Inizialmente il Ponte Vecchio, risalente ad epoca medievale, non aveva la copertura che è stata aggiunta in epoca viscontea; quando poi il ponte è stato ricostruito si è deciso di replicarne la forma e anche la copertura.
Nelle arcate troviamo delle parti sbiadite più di altre, perché il Ticino durante le esondazioni ha raggiunto una parte delle arcate del ponte modificandone il colore.
Il Ponte Coperto presenta però un problema che con l’aumentare dell’inquinamento è sempre più grave: sotto la copertura si crea una cappa di gas tossici, causata dall’inquinamento e dal transito delle vetture.
Il Duomo di Pavia è stato costruito in epoca rinascimentale ed ha una delle cupole più importanti, per dimensioni, d’Italia e d’Europa (terza in Italia).
Questa cupola è costituita da due elementi: il tiburio ottagonale, ovvero la base della cupola, e la calotta semisferica. La cupola è stata realizzata con il metodo della doppia calotta.
La facciata frontale non è stata terminata, doveva essere ricoperta in marmo; infatti, i mattoni sono in rilievo proprio per questo motivo.
Sulle pareti laterali si notano anche gli archi rampanti che collaborano al sostegno della struttura.
Inizialmente al posto del Duomo c’erano due chiese: una dedicata a Santa Maria del popolo e una a Santo Stefano e avevano la funzione di cattedrale d’inverno e cattedrale d’estate. Vennero poi demolite e parte dei loro resti è oggi conservata nei Musei Civici di Pavia.
Vicino al Duomo sorgeva la Torre Civica che è crollata venerdì 17 marzo 1989, aveva funzione di torre campanaria.
La mostra fotografica ha occupato la seconda parte della giornata, allestita dalla famiglia Trentani fotografa a Pavia da tre generazioni. In questa mostra temporanea Claudia Trentani ci ha mostrato con le foto sue, del papà e del nonno, la Pavia del passato.
Questa mostra oltre a essere incentrata sulla città e sul Ticino, ci ha fatto fare un viaggio nella fotografia in generale, confrontando le foto dei giorni nostri con quelle di quasi un secolo fa.
Dopo i bombardamenti si decise di ricostruire il ponte, che venne inaugurato nel 1950. Abbiamo scoperto i mestieri esercitati in passato.
Le lavandaie lavoravano sulle rive del Ticino e per ricordare questo importante mestiere, che non tutte le persone potevano permettersi, oggi in Borgo troviamo la statua della lavandaia.
Altro mestiere comune era lo scaricatore di sabbia. Questo lavoro consisteva nel prelevare dal Ticino sabbia e ghiaia, principali prodotti del fiume, che potevano essere poi utilizzati per l’edilizia.
Gli scaricatori si servivano di speciali imbarcazioni a forma allungata per poter trasportare più carico di sabbia e ghiaia possibile.
La prima macchina fotografica nacque circa 100 anni fa con il nome di dagherrotipo; impiegava da 10 a 15 minuti per scattare una fotografia, queste foto venivano impresse in lastre di vetro per essere conservate e durante la mostra abbiamo avuto modo di apprezzare alcuni esemplari molto antichi, come pure degli chassis ovvero delle cornici in legno che contenevano le lastre in vetro sulle quali venivano impresse le fotografie.
Si è concluso così, dopo aver fatto una bella foto di gruppo con tutte le classi nel cortile del Broletto, il nostro giro della città e la nostra esperienza sul territorio.
Federico Fava 1DLS