Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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Reportage della visita del castello di Torrechiara e della città di Parma

AUTORI
Manuel Rossi e Gabriele Cavagna 2BM
Ultima modifica: 1 mese fa

Tempo di Lettura
~ 5 minuti
Valutazioni: 7
| Media: 4.3

28 febbraio ore 7.00, quattro classi dell’istituo Cardano sono pronte per la partenza: destinazione Parma. Sono la 2BM, la 2AI, la 2ICL e la 3AI.

Si inizia con il tradizionale appello davanti ai cancelli dell’Istituto Cardano; tutto scorre regolarmente e alle 7.20 il pullman si avvia.

Il viaggio è abbastanza “rumoroso”, tra musica, cori, qualche scherzo e tanta voglia di divertisi insieme, resi possibili anche alla pazienza dimostrata dall’autista.

Alle ore 9.20 arriviamo nel paese di Torrechiara, dove veniamo accolti dalle nostre guide turistiche che ci dividono in 3 gruppi. Affrontiamo poi una salita a piedi di circa 10 minuti per raggiungere il castello.

Il castello di Torrechiara sorge ad una altezza di 278 metri s.l.m. sulla cima di una collina terrazzata. La fortificazione ha una pianta rettangolare, con quattro torrioni quadrangolari posti alle estremità attorno alla Corte d’Onore Centrale; essa è circondata da una tripla cerchia muraria in pietra.

L’edificio è attorniato da un doppio fossato, valicabile in origine da due ponti levatoi, dei quali si è conservato solamente quello più interno; entrambi i fossati sono, ed erano fin dalle origini, asciutti per evitare che, chi intendesse tentare la scalata al castello, avesse la possibilità di nascondersi nell’acqua.

Castello di Torrechiara

Entrata del Castello di Torrechiara

L’originaria costruzione risale all’epoca medievale; la prima testimonianza della sua esistenza è del 1259, quando il podestà di Parma ne deliberò l’abbattimento in quanto più volte utilizzata dai ribelli come rifugio e base d’attacco alla città.

Nel maggio del 1448 Pier Maria II de’ Rossi diede avvio al cantiere di ricostruzione del castello, posto sulle antiche rovine, intervenendo personalmente nel disegno delle strutture difensive allo scopo di dimostrare il ruolo di primo piano della famiglia Rossi.

 Il castello doveva essere un’elegante dimora isolata, ove il conte potesse incontrare l’amante Bianca Pellegrini d’Arluno; per questo Pier Maria si rivolse a importanti artisti per decorare le sale interne, tra i quali Benedetto Brembo.

Alla fine del 1400 il castello fu assegnato a Leone Sforza, figlio minore di Ludovico il Moro, che ne divenne amministratore.

Nel 1545 la contessa Costanza Farnese acconsentì al matrimonio tra il figlio Sforza e la marchesa Luisa Pallavicino, che portò in dote, tra gli altri, i feudi di Torrechiara e Felino.

Nel 1909 i duchi Marino Torlonia e sua moglie, Anna Sforza Cesarini, cedettero il castello a Pietro Cacciaguerra, che lo spogliò di tutti gli arredi.

Nel 1911 il castello fu dichiarato monumento nazionale e l’anno seguente fu acquistato, vuoto, dal demanio italiano, che lo aprì al pubblico.

Entrando nel castello visitiamo l’oratorio intitolato a San Nicomede accessibile attraverso un portale ad arco, chiuso da un portone in legno, caratterizzato dalla presenza degli antichi chiodi decorati con le iniziali intrecciate dei due amanti, che secondo la tradizione furono sepolti sotto il pavimento della cappella.

La guida ci accompagna a visitare le tre principali sale.

La Camera d’oro, nata come camera da letto di Pier Maria e Bianca Pellegrini; è l’unico caso in Italia che raffigura, attraverso dipinti rinascimentali, l’amore tra due personaggi realmente esistiti.

Camera d’Oro

La Sala dei Giocolieri aveva (e ancora ha) la funzione di stupire gli ospiti; i suoi affreschi glorificano la figura dei duchi di Parma.

Sala dei Giocolieri

La Cucina conserva il grande camino in pietra, il focolare coi fornelli, lo scaldavivande e il lavello in muratura, con il piano inclinato per consentire all’acqua di scorrere.

Cucina

Al termine della visita al castello, alle 11.30, il viaggio prosegue a bordo del nostro pullman verso Parma che raggiungiamo alle ore 12.

Ci viene lasciata un’ora di libertà per il pranzo; dopodichè ci raggruppiamo sotto la Pilotta, per poi dirigerci con la guida alla Cattedrale e al Battistero.

La prima tappa è la Cattedrale, una costruzione con più di 900 anni, che al suo interno conserva affreschi e opere di quell’epoca. Ci colpisce la cupola di Correggio, dove si trova l’Assunzione della Vergine, un’opera prospettica che rappresenta l’ascesa di Gesù circondato da angeli.

Affreschi della cupola della Cattedrale

Assai interessante risulta il Ciclo affrescato di Lattanzio Gambara che si trova lungo tutta la navata centrale, che rappresenta la vita di Cristo con episodi del Vecchio Testamento e immagini tratte dal Vangelo.

Ciclo affrescato di Lattanzio Gambara

Osserviamo con attenzione la famosa Deposizione di Benedetto Antelami, un’opera in marmo del 1178 nel cui centro è rappresentato Gesù mentre viene tolto dalla croce e a sinistra si trovano i centurioni pronti a giocarsi le vesti del figlio di Dio.

Deposizione di Benedetto Antelami

Una volta visitata la cattedrale ci spostiamo nel Battistero, nel centro del quale si trova una vasca battesimale di forma ottagonale che veniva usata per i battesimi ad immersione.

Vasca battesimale

Più in alto invece si trova la cupola del Battistero che verso la metà del XIII secolo venne affrescata; la volta è divisa in sei fasce orizzontali in cui sono rappresentati episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento.

Affreschi della cupola del Battistero

Nel lato est sono collocati i Mesi antelamici composti da 12 mesi e due stagioni; ad ognuno di questi mesi è assegnato un lavoro, compiuto da personaggi con dei tratti di eleganza e nobiltà anche nella fatica.

Particolare dei Mesi antelamici

Finita la visita del Battistero trascorriamo, con il permesso dei docenti, un’altra ora libera per passeggiare nelle vie del centro di Parma e magari comprare qualche ricordo della città.

Finita quest’ora, alle 16 ci ritroviamo tutti insieme per dirigerci verso il pullman. Alle 16.30 ripartiamo con direzione Pavia.

Manuel Rossi e Gabriele Cavagna 2BM

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