Giornale dell'I.T.I.S. "G. Cardano" - Pavia

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80 CENTESIMI

AUTORI
Flavia Girardi 4ELS
Ultima modifica: 4 settimane fa

Tempo di Lettura
~ 3 minuti
Valutazioni: 8
| Media: 4.8

80 CENTESIMI

80 sono i “centesimi di realtà” che aprono gli occhi sulla vita, quella che si cela dietro gli spiccioli donati dai passanti tutti i giorni nelle stazioni ferroviarie.

“80 centesimi” è il lungo monologo recitato e composto dal giovane attore pavese Pietro De Nova, in collaborazione con Maurizio Zucchi. 

La storia, messa in scena venerdì 16 febbraio al Cinema Teatro Politeama di Pavia, davanti ad alcune classi di istituti superiori pavesi tra cui la 4ELS dell’Itis G. Cardano, è un turbine temporale di due punti di vista che si alternano: quello di un padre (ferroviere) e del figlio (aspirante calciatore) Nino, per raccontare le conseguenze e lasciar trasparire le emozioni ed il loro sviluppo, non troppo graduale, del fallimento e del degrado in cui è caduto il giovane.

L’ambiente è pensato per essere la stazione dei treni di Rogoredo a Milano, un po’ per il lavoro di controllore del padre, un po’ per rappresentare al meglio l’idea dello spaccio che rovina il fisico di Nino a causa dell’eroina. 

Il giovane sogna di scappare, come ultimo barlume di speranza; si crea così un parallelismo tra questo desiderio e il sogno che il padre fa, raccontando la stessa luce che il figlio vede prendendo il treno per Madrid che lo porterà al mare. Ma alla fine quello che si compie è il fallimento: né la speranza di Nino né il sogno del padre che la speranza diventi realtà, né tantomeno la presenza reale del mare a Madrid, sono una possibilità.

Il parallelismo e gli incroci temporali sono guidati, durante tutta la rappresentazione, da pochi ma significativi oggetti di scena utilizzati quasi esclusivamente dal padre che funge da narratore. Troviamo tra questi oggetti: una brandina, molti palloni da calcio a ricordare la passione che il padre ha trasmesso al figlio e che vive ancora lucida in entrambi come nella mente di un bambino; una luna luminosa e moltissimi accendini che rappresentano lo stato ideale di arrivo e la situazione attuale di Nino; infine una panchina, nuova branda del ragazzo. 

L’oggetto più importante risulta peró un libro cavo che all’interno contiene il cucchiaio usato da Nino quando era piccolo: l’ultimo regalo del padre per il compleanno del figlio, la speranza del genitore e del pubblico di un ritorno del ragazzo al nido ormai vuoto da più di un anno. L’anno prima, il regalo erano stati due biglietti per il derby che però simboleggiavano una sorta di rinuncia da parte del padre di riavere il giovane al contrario del libro che, in quanto ricordo, riporta agli albori della storia e potrebbe esorcizzare la lontananza.

In tutta la narrazione la figura femminile non viene mai portata a realizzazione; la madre viene nominata come ragione di rottura nella vita del figlio o ne identifica il momento, senza aggiungere altre nozioni, nemmeno sul perché la donna sia legata all’inizio del crisi del figlio. Quello che lo spettatore comprende è che la madre non c’è più: il padre prova a sostituirne il ruolo senza riuscire nell’intento; anzi traspare come questo sia il suo più grande senso di colpa, quasi dipendesse da lui la condizione del figlio. 

Le sensazioni che vengono trasmesse dalla forza d’animo dell’autore/attore arrivano imponenti, come i calci che quest’ultimo tira al pallone o l’insistenza urgente di trovare un accendino funzionante tra i mille usati. Tutto questo arriva come uno schiaffo in pieno volto a chi è abituato ad ignorare certe situazioni frequenti nelle stazioni e che da ora sarà obbligato a “vedere” per porsi delle domande: si potrebbe evitare un degrado giovanile simile? di cosa o di chi è colpa? ma soprattutto, importa? 

“80 centesimi” è uno spettacolo che ci racconta di aspettative e di sogni e di come la linea che separa fallimento e successo, su cui tanti ragazzi ogni giorno viaggiano, sia in bilico nel costante pericolo di cadere nell’abisso più pericoloso.

Flavia Girardi 4ELS

Valutazioni: 8 | Media: 4.8

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